La residenza di via Gabrielli 25
Nello storico palazzo (dal CD “Video per il sito”, foto n. 04-01) dal quale, sotto l’imponente torre di famiglia, partì Cante dei Gabrielli (dal CD “Video per il sito”, foto n. 04-02) per assumere alla fine dei 1200 la carica di giudice a Firenze, e nel 1300 cacciare in esilio perpetuo Dante Alighieri, divenne sede del primo gruppo/famiglia che nel 1986 lasciò S. Girolamo per insediarsi nel cuore della città, nel quartiere di S. Martino; Clara Fazzi e la Famiglia Cacciamani dettero vita anche ad un Centro Diurno, che successivamente operò il località Col de Molino con il nome di “Centro Diurno La Campagna”, tutt’ora operante.
Nella residenza di Via Gabrielli 25 le presenze stabili, dopo quella di Clara, prima in compagnia i una faiglia, poi da sola con la Danielina, sono state quelle di Giovanni De Florio (dal CD “Video per il sito”, foto n. 04-08), di Pasquale Di Chiara, notissimo a Gubbio come “il Sagrestano di S. Pietro” (dal CD “Video per il sito”, foto n. 04-05) e di Elezi Mentòr.
Elezi Metor è un giovane disabile kosovaro, vittima di uno dei tanti proiettili che insanguinarono la sua terra negli anni 90; risiedendo in Via Gabrielli come responsabile, frequentò con buoni risultati la LUMSA, si laureò e oggi, felicemente sposato con Alida, fa l’operatore sociale A Cornuda, una paese del Veneto laborioso (dal CD “Video per il sito”, foto n. 04-06).
Le Residenze di S. Marco e Padule
Oggi la Comunità di Capodarco dell’Umbria ONLUS, fa perno sulla sede ufficiale di Corso Garibaldi 111 -113, nella quale è stata anche autorizzata la gestione di un presidio socio/riabilitativo a ciclo diurno.
Ma le residenze sono altrove: a Perugia rimane l’unica residenza di Strada Comunale 204 a Prepo, a Gubbio le residenze sono due: una a S. Marco, in Via Elba 47 e una a Padule Stazione, in Via degli artigiani 18.
Grigie ma gradevoli, semplici all’esterno e funzionali all’interno come lo sono tutte quella della vasta periferia eugubina. Sono … case , e questo non va bene per il Legislatore Occulto, lo sconosciuto Personaggio Onnipotente e Inconoscibile, che manovra i pupi nessuno sa bene da dove e tenta di umiliare uno dei vertici della moderna civiltà sanitaria, tentando di ridurre a strettamente medico il concetto di salute a suo tempo messo a punto dal’Organizzazione Mondiale della Sanità
Case, e non piccoli istituti. Camere doppie, come quella in cui Franco dorme con il suo papà don Angelo, ma più spesso singole; camere attrezzate con il computer o la play station; E soggiorni ove ritrovarsi a chiacchierare o a dire Messa.
Camere. Una diversa dall’altra, con i soggiorni diversificati,, con il rispetto della privacy sempre attivo.… orrore, non le gradisce il legislatore occulto, che le vorrebbe supertecnologizzate ma tutte uguali e anonime.
E le cucine linde e pinte, Case: Non le gradiscono Lorsignori, i Medici Onnipotenti che nessuno conosce e che decidono tutto, che hanno assunto il monopolio della cura del debole (niente meno!!), e vorrebbero medicalizzare tutto, anche i gerani sul balcone. Non praevalebunt. Fortuna che tra loro e noi c’è la mediazione sempre attenta e spesso intelligente dei funzionari della Regione e dell’ASL n. 1, che doverosamente praticano quella che i Romani chiamavano l’epikèia, l’umana saggezza nell’applicazione della legge, di quelle leggi che in tempi recenti, a partire dalla 626, si sono moltiplicate e complicate fino all’inverosimile.
Case. Dalla tromba delle scale della residenza di S Marco sale un odore di salami e salsicce che sono giù a essiccarsi, perché giù, nel sottoscala, custodiamo, ridotto alle sue componenti più saporose, il maiale che anonimi amici generosi ogni anno conciano secondo l’antica arte norcina. Orrore! Sua Maestà il Medico Onnipotente e Lontano esigerebbe solo forte e omnipervasivo odore di cloroformio, e non certo il sentore che denuncia la presenza di salami e salsicce.
Sua Maestà il Medico Onnipotente e Lontano non sa che la vera riabilitazione, il lento e graduale recupero della persona, avviene nel quotidiano più … quotidiano, dove i quotidiani rapporti informali, in blue jeans, sono infinitamente più importanti, ai fini del recupero della persona, di tutte le visite specialistiche e di tutte le riunioni di équipe, che pura hanno la loro importanza.
Lorsignori non sanno un cavolo di niente nella misura in cui pretendono di sapere tutto. Con loro capita come capitava a Barbiana, quando don Lorenzo chiamava a parlare ai suoi ragazzi dei luminari della scienza pedagogica e dintorno. Un giorno un di questi parlò per due ore fissando sempre e soltanto il soffitto.
Quando ragazzi gli chiesero come mai non li aveva mai guardati in faccia, don Lorenzo rispose che non ne sentiva il bisogno: li aveva conosciuti tutti sui suoi libri, quei ragazzi che pretendevano addirittura di esser vivi e imprevedibili.
Processi di involuzione culturale di questo tipo e di questo calibro hanno prodotto, nel nostro settore, una specie di imbarbarimento al cloroformio.
Non prevalebunt.
Dove abiteremo, da domani in poi
Abiteremo in due splendide residenze, una a Perugia e una a Gubbio, in regola fino all’ultimo chiodo con le richieste di sua Maestà La Legge, ma senza perdere ne,meno un atomo del meglio della nostra tradizione.
L’abbiamo chiamato MODELLO CAPODARCO
A Perugia, in Via Pennetti Pennella (Inizio Settevalli).
A Gubbio in Via Parruccini, dopo lo stadio e la centrale ENEL
Nel momento in cui questo sito viene steso, non abbiamo ancora il disegno, ma la lettera dipendenti che abbiamo inviato all’Ente che finanzia questa operazione.
IL BENVENUTO A CHI ENTRA
Chi entra nella nuova sede della Comunità di Capodarco dell’Umbria
Si trova di fronte a due teche in vetro a prova di proiettile, due nicchie , contenenti i due documenti che, sul piano generalissimo, della concezione della vita vista dalla luna (così s’intitolava una delle riviste curate da Goffredo Fofi) rappresentano il fondamento ultimo di Capodarco.
Pochi ne hanno coscienza, ma le cose stanno così.
IL VANGELO DI GIOVANNI APERTO SULLA PAGINA DELLA RISURREZIONE
Vivere, in ultima istanza, equivale a tentare ogni giorno di tirare la Risurrezione del Figlio di Dio dal trascendente all’immanente, dal mistero alla storia, e farne il fondamento della risurrezione di tutti gli uomini, non indiscriminatamente, ma a cominciare dagli ultimi.
IL LIBRO D’ORO
Un libro edito dalla Zecca dello Stato, composto di 100 pagine in lamina d’oro, contenenti ciascuna il riferimento ai cento grandi che maggiormente hanno contribuito ad umanizzare la vita nel secondo millennio della storia cristiana.
Ce lo ha regalato un pensionato, che l’ha pagato con 60 rate della sua piccola pensione
Tutto quello che di buono gli uomini hanno pensato e fatto trova il suo apice nella cura del debole.