Nel momento in cui viene scritta questa parte del sito della Comunità di Capodarco del’Umbria (2010), siamo in attesa di una nuova sede unica per Gubbio e di una nuova sede unica per Perugia.
Ultima tappa (per adesso) di un lungo cammino.
Dove tutto cominciò
Natale 1966, Fermo (AP). Una quindicina di soggetti disabili, vanno a vivere insieme nella fatiscente Villa Piccolomini, alla periferia di Capodarco. L’ha messa a loro disposizione il Prof. Enrico Dossi, Presidente del Centro Turistico Giovanile dell’Azione Cattolica.
Capodarco è un ridente paesino che si incontra scendendo dalla collina di Fermo al mare di Porto S. Giorgio, a metà strada: un balcone sull’Adriatico.
Alla loro guida c’è un prete diocesano di 35 anni (allora, oggi sulla soglia degli 80), DON FRANCO MONTERUBBIANESI, che insegna Filosofia nel Seminario Maggiore e religione nel famoso Istituto Tecnico Montani, dove suo padre Luigi fa il bidello. In quella scuola studiano giovani provenienti da tutta Italia, anche da Gubbio (Mario Marcheggiani, Augusto Zampetti, Raoul Lepri), ospiti del vicino collegio nel quale funge da “Prefetto” un giovane studente di teologia, Vinicio Albanesi, oggi Presidente della Comunità Nazionale di Capodarco.
I Magnifici quindici vengono da diverse parti d’Italia. Si sono conosciuti tramite don Franco, che ha girato instancabilmente dalla casa di uno alla casa di un altro, dall’istituto che ospita quello al manicomio che ospita quell’altro; e s’è accorto che essi non ne possono più, di quella vita insulsa.
La Capodarco è nata da un gruppo di disabili fortemente motivati a prendere in mano la propria vita.
L’anno precedente, sul “treno bianco” che li riportava da Lourdes, alcuni di loro hanno sottoscritto un foglio sul quale don Franco aveva stilato il suo “Appello”: Andiamo a vivere insieme. Formeremo un centro di vita di straordinaria levatura morale e cristiana.
Arrivano in molti.
Arrivano con le valigie di cartone, che rimarranno a lungo esposte sopra gli armadi sgangherati della camere dall’arredamento raccogliticcio, messo insieme alla bell’e meglio.
Presto arriveranno altri disabili; tra qualche anno saranno un centinaio.
Tra i primi c’è Annarita, di Ancona, piccolina, voce rauca, cammina caracollando, ha occhio per tutto, tutto ciò che è comunitario le interessa; per oltre 40 anni percorrerà caracollando un numero enorme di kilometri, a Capodarco prima e a Roma poi, sempre e soltanto per far crescere la comunità, la sua Comunità.
A partire dal 1992 don Franco, con l’unanime accordo di tutti i “comunitari”, ha voluto come successore DON VINICIO ALBANESI, che regge tuttora la Comunità con sapienza e decisione.
Parroco di S. Marco alle Paludi, Direttore della Caritas Diocesana di Fermo, Presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale delle Marche, Presidente dell’Istituto … : la sua attività ha del prodigioso. Fra l’altro ha assunto anche la Presidenza della Comunità di Capodarco di Roma, che nuotava in bruttissime acque, e l’ha rimessa in linea di galleggiamento.
Oltretutto ha un suo blog, nel quale è possibile dialogare con lui in termini a volte stupefacenti, sempre interessanti.